Ospitare il sacro. La Rothko Chapel a Houston. 


Abbiamo scelto la Rothko Chapel per descrivere il luogo in cui Cross vuole andare. Un crocevia , uno spazio vuoto, un luogo di incontro , come del resto è tutto quello di cui si occupa Cross da sempre. Un luogo neutro, asciutto, pensato dall’artista per ospitare tutti i culti del mondo. Un luogo zen, in cui l’artista ha lavorato sul togliere, in cui l’artista scompare e il linguaggio artistico si spegne. Per lasciare spazio al silenzio insondabile della meditazione. Il vuoto.

Già da un po’ del resto l’arte contemporanea ha iniziato a occuparsi di luoghi che non ci sono, di tele bianche, di danzatori immobili. Come un punto zero dal quale rinascere e sul quale saper stare fermi, fissi, in contemplazione.

Così la Rothko Chapel è un simbolo, una cappella allestita a Houston nel Texas secondo la pianta di un ottagono irregolare, dal grande pittore russo-americano Mark Rothko, contenente all’interno 14 dipinti dello stesso. Uno dei principi fondanti con cui è stata pensata  e progettata la Cappella è quello della sottrazione, tanto che per quello che può ricordare la parte cristiana, il genio dell’artista sta nell’aver rappresentato la croce senza mettercela. Qualcosa di zen insomma, ma soprattutto di vuoto, qualcosa pensato per accogliere. Ma del resto come scrive Susan Barnes , la Rothko Chapel è “il primo centro del mondo ampiamente ecumenico, un luogo sacro aperto a tutte le religioni, ma che non appartiene a nessuna. E così è diventato un centro per scambi culturali, religiosi e filosofici internazionali, per seminari e rappresentazioni, e insieme luogo di preghiera privata di individui di ogni fede”. In questo senso l’arte diventa un canale, un’occasione, un veicolo per esprimere la spiritualità a trecento sessanta gradi. E la Rothko Chapel un vero e proprio tempio, post moderno, già pronto per qualsiasi contaminazione, pensato per ospitare idealmente qualunque culto e provare a dare voce a una spiritualità, nuova, libera e senza nome.
Questo è il posto dove Cross vuole andare idealmente. Quando l’arte non è più arte. Non è più linguaggio, ma essenza, manifestazione dell’essere, senza più bisogno di comunicare.

Saper stare, come la Rothko Chapel che invita al raccoglimento, come insegnano i maestri della meditazione, contemplare, lavorare sull’essere invece che sul dire.

Ci sono anche altri esempio nella storia dell’arte contemporanea che possono funzionare in egual misura da ispirazione. Si potrebbe partire dalle sculture di Brancusi o dalle tele bianche di Barnett Newman, e da qualunque cosa aspira ad essere un segno libero, da tutto quello che nell’arte è vicino allo zero.

Un vuoto interessante, che Cross vuole esplorare. Partendo da quella forza che ha avuto certa arte contemporanea di non fuggire l’abisso che hanno lasciato le macerie delle avanguardie, ma provando ad abitarlo. Proviamo a sbucare dall’altra parte, a ricominciare dall’altra parte della tela, che ha bucato Fontana, una volta, in un gesto pazzo. Ricominciamo dal niente, da quelle macerie che possono essere viste da un’altra prospettiva e intese come punto di inizio. Cerchiamo artisti folli, che abbiano il coraggio di danzare su quelle macerie, e ricominciare tutto, per il gusto di farlo, senza lasciare tracce, che abbiano il coraggio di passare dall’altra parte, danzando, in un alito di trascendenza, per il gusto di farlo, per quel gusto, quell’incanto, che passa in un attimo, come un mandala.

Cross si interessa al cambiamento, a tutte le cose che passano, si trasformano, non restano. A noi interessa il passaggio. L’incrocio delle cose. Il bianco, le danze di gruppo, i versi declinati, le scritture nuove, chi ha il coraggio di passare e basta. Cross si interessa a chi ha il coraggio di danzare.

Quello che conta della Rothko Chapel è lo spazio dentro, lo spazio attraversabile, l’opera che si fa’ intanto che viene visitata, quasi invitando il pubblico a cercare il sacro. Perché Cross vuole che gli artisti facciano parlare il sacro attraverso i loro lavori. Vuole che gli artisti tirino fuori il sacro dai luoghi: lo facciano sentire. Di questo ci occuperemo. Ecco che scrivendo l’abbiamo trovato. Del sacro. Bianco. Da ricominciare. Libero. Vuoto.

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