MuSa è lo spazio-tempo in cui Sara Manente e Muna Mussie si incontrano per intrecciare le loro pratiche, desideri e ossessioni, avvicinando le attività manuali a quelle del corpo e della performance. La loro intesa si basa sulla fiducia ed enfatizza la ricchezza che viene dalle differenze più che da ciò che hanno in comune. Il progetto si compone di pratiche, tecniche e sperimentazioni che hanno concretizzato in passato e si mischiano a quello che di nuovo c’è da imparare nel contesto rurale: l’intreccio del vimini o il ricamo riflettono sui linguaggi digitali e l’intelligenza artificiale.
TRANSPERFORMARS è il nome che il progetto MuSa adotta nel suo sviluppo ad Ameno, concentrandosi sulla scoperta della ruota e di come questa che si anima e diventa autonoma. In un’installazione performativa viene interpretata l’invenzione della bobina, che può generare cariche elettriche attraverso un sistema di avvolgimenti. Fili, fusti e steli annodati formano corde, reti e ricami. Il codice morse, un digrignare dei denti che diventa testo mordente sonoro: un mordere in passato remoto. Morse ri-suona con Mars, un futuro anteriore che parla con voce sintetica usando un filtro digerente e degenerante. Manifatturiamo uno strumento per attivare una trasmissione, un transistor che raccoglie ed emette, un reporter che riproducendo genera forma, un trans-form-a(u)tore-a(t)tore, un trans-former.
Ideazione e creazione: Muna Mussie e Sara Manente | Performer: Muna Mussie e Sara Manente | Suono: Matteo Nobile | Materiali: Scuola di Intreccio – Borgo Creativo Polcenigo e gruppo Cestaie e Cestai Italiani | Progetto supportato da: BUDA (Kortrijk), Nadine (Brussels) e VCG (commissione della comunità fiamminga).
BIO
Muna Mussie artista multidisciplinare con base a Bologna. Il suo lavoro si muove tra gesto, visione e parola, attraversato dalla pratica del ricamo e indaga i linguaggi del palcoscenico e delle arti performative per dare forma alla tensione che si crea tra diversi poli espressivi, il privato e il pubblico, il visibile e l’invisibile, memoria e oblio. Tra le performance e installazioni recenti vi sono The Perfect Human from Sunrise to Sunshine (2023), Oblio/Pianto del Muro (2022), PERSONA (2022), FORO FORO (2022), Il suo lavoro è stato presentato in diversi contesti nazionalli e internazionali tra cui Fondazione Sandretto (Torino), Hangar Bicocca (Milano), MAMbo (Bologna), Santarcangelo Festival, Archive Books (Milano), SAVVY contemporary (Berlino), Short Theatre e il Mattatoio (Roma), Manifesta 2020 (Marsiglia), Workspace (Brussels). Muna Mussie è tra i vincitori di Italian Council (2022) del MiC.
Sara Manente è laureata in Comunicazione a Bologna con una tesi sulla semiotica della danza prima di trasferirsi a Bruxelles, dove lavora come artista e ricercatrice. Attingendo a immaginari e materie vive, i suoi progetti più recenti riflettono sulla possibilità di contaminazione tra pedagogia, ricerca, performance e pubblicazione, dando vita a una varietà di formati: dal lavoro coreografico e scultoreo di MOLD, che considera il plasmare e il contaminare come logiche del corpo, alla pratica editoriale e curatoriale di ROT, riviste e Gardens. Insieme a Sébastien Tripod e Debora Robbiano collabora a RUINED e Towards a Ruined Theatre, un processo di costruzione e degradazione micologica che itera l’idea di rovina fertile in diverse architetture. Le situazioni che promuove sono altamente collaborative e spesso emergono da ricerche a lungo termine come Wicked technologies/Wild Fermentation (dal 2019) e Spectacles (2016-2018). Nel 2021 è stata artista in residenza a Wiels (Bruxelles). Fa parte di a.pass dal 2008, come partecipante al programma post-master e centro di ricerca, nonché come curatrice e mentore. Ha insegnato presso KASK, ISAC, ZUYD, DOCH ed EXERCE. Ha collaborato con Marcos Simoes in performance e workshop. I suoi progetti sono finanziati dalle autorità fiamminghe in Belgio e sono stati esposti in Europa, Brasile e Corea.
Ph. credits Paolo Sacchi, Muna Mussie e Sara Manente