Kick-off: destroying the potentiality
Asya Ashman (DE / RUS), Therese Bendjus (DE)
Villa Simonetta, Verbania. Autunno 2024.
Durante il periodo di residenza a Verbania, le artiste di danza Asya Ashman e Therese Bendjus approfondiranno la loro ricerca performativa sul concetto di “distruzione” della materia e del movimento, inteso anche come esplorazione di un potenziale nascosto. Il progetto Kick Off: Destroying the Potentiality si interroga su ciò che sta all’origine del dolore per la perdita di un ricordo, di un luogo, di una causa. Esiste qualcosa che può essere totalmente cancellato? Come si traduce il dolore in senso materiale, sul corpo, e come possiamo esplorarlo attraverso il movimento? La pratica delle artiste sperimenta la performance di atti distruttivi su scala ridotta.
Ponendo le basi del loro pensiero nella violenza strutturale perpetrata a livello sociale ed ecologico, Asya e Therese indagheranno il territorio verbanese attraverso le storie di vita della popolazione in diversi momenti storici e attraverso la lettura del paesaggio della Val d’Ossola, in particolare per l’estrazione di marmi e graniti utilizzati in monumenti commemorativi.
Creazione e realizzazione: Asya Ashman e Therese Bendjus / Bando Nouveau Grand Tour 2024 supportato da: Institut français Italia (IFI), Ambasciata di Francia in Italia, MiC, Office franco-allemand pour la Jeunesse I Deutsch-Französisches Jugendwerk / Progetto precedentemente sostenuto da: MOTHERLODE Festival (HZT, Berlin).
BIO
Asya Ashman e Therese Bendjus condividono la loro ricerca performativa nel panorama artistico berlinese, dove si sono formate presso l’HZT – Centro Interuniversitario di Danza di Berlino. Entrambe lavorano con la performance come autrici e interpreti. Asya ha studiato in precedenza presso il dipartimento di Belle Arti dell’Università di Hertfordshire e ha sviluppato la sua pratica artistica nell’intersezione tra danza, cinema e attività di impegno sociale. Therese ha svolto studi in campo medico e nella sua pratica affronta ciò che è misurabile e diagnosticabile, con l’obiettivo di sviluppare spazi in cui le persone possano sentirsi libere di essere vulnerabili.